domenica, giugno 18, 2006

Per te.. grazie a lei..


..rileggendo i miei diari nella vecchia stanza vuota posso essere felice.
Questa notte una lucciola illumina la mia finestra e dentro un vecchio barattolo la conserverei; ora che il tempo si è fermato io sto aspettando, sto aspettando.
E’ così limpido il mare che ci avrebbe ascoltato.
Vorrei tentare, vorrei offrirti le mie mani, avrei voluto difendere qualche momento.
Non sei per nulla obbligato a comprendermi, quasi non sento il bisogno di insistere.
Ricorda solo che tu sei quello che non c’è quando io piango, tu sei quello che non sa quando vago nel buio.
Ma come posso dare l’anima e riuscire a credere che tutto sia più o meno facile quando è impossibile?!
Volevo essere più forte di ogni tua perplessità, ma io non posso accontentarmi.
Tu sei quel fuoco che stenta ad accendersi, non hai più scuse eppure sai confondermi.
Dov’è la certezza se la tua mano adesso non è più la stessa, dov’è la certezza se un giorno dovrò dire "ho sbagliato"?!
Forse non riuscirò a darti il meglio, più volte hai trovato i miei sforzi inutili, più volte hai trovato i miei gesti ridicoli; come se non bastasse l’aver rinunciato a me stessa. E non ho fatto altro che sentirmi sbagliata ed ho cambiato tutto di me perché non ero abbastanza; ma ho capito soltanto adesso che avevi paura.
Forse non riuscirò a darti il meglio ma ho fatto i miei conti e ho scoperto che non possiedo di più. Ora tu hai bisogno di ridere tanto ed io di nascondermi e non cercarti.
Ma ora più che mai vorrei sentire il calore delle tue mani, farti trovare il coraggio di fidarti delle mie carezze. Ma non ho più voglia di parlare e tu non riesci a starmi accanto.. sei davvero tanto bravo a confondermi con le tue certezze.
Come mai non riusciamo ad avere pazienza, vorrei rimediare a tutto e subito, difendermi con ritagli di frasi fatte.
Forse anch’io sto pensando che siamo troppo diversi; vorrei parlare con la tua bocca, vorrei riuscire a guardare con i tuoi occhi.
Già troppe volte ti ho visto fuggire così timoroso delle tue debolezze.
Vorrei farti guidare da me, restarti accanto.
Troppo presto, non avevamo ancora finito, ma cosa importa se il tempo è stato ingiusto; ed io studiavo il modo migliore per dire le cose in equilibrio sul filo delle mie stesse parole.
Ora che non ho niente da spiegare non è rimasto molto da nascondere, ora che il giorno invecchia tra le mani non è rimasta un’ombra da inseguire.
Troppo presto, non avevo ancora capito che rinunciare a volte può servire, ed inventavo il modo per avere comunque ragione e non sentivo il peso delle mie stesse parole.
Ed ora ho paura di restare sola, di restare uguale a ieri.
Fortunatamente ho sempre il difetto di prendermi poco sul serio..

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